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Recensione di Nino Masaracchio

IL VERISMO NATURALISTICO E L’IMPRESSIONISMO MACCHIAIOLO DI LORIS DEL BALZO

Davvero culturalmente elevata la pittura di Loris Del Balzo, un artista venuta da sé, cioè un artista che ha imparato a dipingere sin da ragazzo, certamente provando a superare le difficoltà del disegno pensato per fermare impressioni ed immagini ripensate e volute fino alla maturità di uno stile che sappia esaltare il fascino della natura.

Oltre alle considerazioni proprie dell’arte figurativa cui appartengono le pitture di Del Balzo, viene di pensare a Grahan Allen, ad Ailan Male, a Colin Newman, a Michael Woods, per la loro capacità disegnativa e descrittiva della vita di mammiferi, rettili, anfibi, pesci ed uccelli. Un accostamento non certo stravagante, ma dovuto, se si considera la perfetta descrizione dei soggetti dipinti da questo pittore che, per ottenerla , quando occorre rifugge dalla pittura ad olio. Egli si serve di colori acrilici su tele speciali, per raggiungere l’effetto del migliore disegno, come se scientemente fotografico, affascinante, naturalisticamente vivo. Si tratta di realismo artistico per un naturalismo di cui il verismo è solo un aspetto.

L’altro aspetto affascinante di questa pittura è l’emozione che danno le immagini, come se fossero lì con i loro atteggiamenti che sanno di essere osservati e guardano a loro volta. Immagini di animali che emozionano coinvolgendo, tanto da far pensare a quel verismo letterario cui si accordò il naturalismo francese e la filosofia positiva e romantica insieme, di scrittori e poeti e pensatori.

Esagerato, tutto questo? Ma come si fa a non pensare alla zoologia che non è disciplina esoterica quando prende una dimensione pittorica come quella di Loris Del Balzo che ne fa, con la pittura, immagini vive e vitali. E c’è anche l’esotismo, quale altro prezioso aspetto di queste affascinanti pitture di animali che ci fanno pensare alla migliore stilizzazione cella metà dell’Ottocento, senza dire di tutta l’altra storia della cultura dell’arte figurativa, oltre ogni riferimento intellettualistico e manieristico, al di là degli effetti della cosiddetta stilizzazione. Tant’è che Del Balzo sa quando vale anche la pittura ad olio, con la spatola e coi pennello non filiforme, per paesaggi e scorci di strutture (ambienti) abitative. Ecco cos’è l’altro aspetto del naturalismo, la lezione trovata dei macchiaioli e di quei toscani che sono ancora oggi in quella cultura paesaggistica. Un quadro ma ha fatto subito pensare a Valerio Cheli, uno degli artisti di Piazza Donatello. Certo, quella maniera ha avuto grandi pittori, tanto da poter definire diversamente il nostro impressionismo della natura che pure ha avuto la grandezza dei Caravaggio.

Dunque non è “natura morta” ciò a cui si vuole fare riferimento ammirando l’arte di Loris Del Balzo, il pittore novarese autodidatta che oggi fa scuola con i suoi animali dipinti veristicamente, una scuola di cultura pittorica spontanea che induce ad approfondimenti che facciano riferimento alla Storia dell’Arte. Sì, all’Arte che nella storia tanto da essere stilisticamente accademica, oggi.

Nino Maseracchio